sabato 21 febbraio 2015

Frozen


16 Febbraio 2517, Horyzon

    Leggevo nei suoi occhi la dannata voglia di sapere, ma questa volta sapevo esattamente che cosa dovevo fare.

***

24 Settembre 2504, Clackline 

    Iniziavano a imbiondire le foglie ma sembrava che, una volta tanto, nonostante la sua situazione, la giovane ragazza fosse felice. 
Era mano per la mano con chi le aveva promesso la libertà e l' aveva sigillato con un anello e un regalo più grande che nessuno dei due si aspettava e di cui doveva parlargli appena possibile. 

"Aspettami qui, ho solo alcune cose da fare. Anzi, no... vatti a prendere qualcosa di buono."

    Le aveva donato un bacio ed era entrato all' interno del locale Two Mask infilando le mani in tasca. Lei aveva semplicemente sospirato cercando una bancarella con qualcosa da sgranocchiare per ammazzare il tempo quando una voce familiare aveva rotto il silenzio.

"Non gli crederai a quel damerino."
"Senti da che pulpito..."
"Almeno conosci la nomina di Pierre Petit?"
"Oh si, un don Giovanni, ma è decisamente cambiato."
"Cambiato?" domanda divertito l'uomo incrociando le braccia al petto. "E in cosa? No, aspetta, aspetta! Lo so! Ha detto di amarti e ti ha regalato un anello a forma di delfino per rassicurarti che ti avrebbe donato la libertà. Sbaglio?"

    Istintivamente aveva nascosto la mano dietro di sé mordendosi la parte interna della guancia e spostando lo sguardo altrove infastidita.

"Cielo!" s'era messo le mani nei capelli "Non posso crederci che ha abbindolato anche te!"
"Piantala  di parlare male di lui e di accusarlo senza prove per..."

    Aveva alzato un dito mettendoglielo sulle labbra e l'aveva guardata serio negli occhi, quasi arrabbiato per chissà quale assurda ragione stavolta.

"Senza prove?  E' entrato al Two Mask vero? Dicendoti che aveva qualcosa da fare e tornava subito? Quindi sai anche che è un bordello nel retro e che lui è un cliente fisso da ancora prima che mettesse il primo pelo? Che ha sempre fatto così con tutte le schiave che sono passate per il suo tetto? Perché credi che ti abbiano scelto? Per le tue grandi capacità culinarie o come domestica? Per il tuo carattere docile e facile da addomesticare?" le aveva preso la faccia con una mano stringendolo un po' "E' per il tuo bel faccino. E se non riesci a capirlo, credo proprio di essermi sbagliato su di te e non mi servi proprio a niente."

    Aveva concluso con disprezzo lasciandoglielo, mollandola lì come una fessa.
Continuava a dire a se stessa che Adrian era un bugiardo, che sempre e comunque avrebbe fatto di tutto per rovinarle la vita, ma sapeva, in un angolo del suo cuore, che aveva ragione su tutti i fronti.
Era corsa dentro il locale fregandosene se quella megera di una cicciona voleva impedirle di farla passare nella zona del retro. S'era messa a cercare tra le camere, una più lurida dell'altra, ragazze più o meno della sua stessa età, tutte con il collare addosso, che vendevano la loro gioventù come carta straccia. 
Infine l'aveva trovato con una che doveva essere più grande di lui ma che, da quello che comprese in seguito, conosceva tutte le fantasie dei suoi clienti.
Fu allora che imparò.
Serrò i pugni, chinò la testa e si allontanò da un uomo nudo che continuava a chiamarla per nome. 

"Dobbiamo parlare."
"Come osi piccola lurida schi..."
"Ho nel grembo il figlio bastardo di tuo figlio." l'uomo s'era ammutolito. "Bene, ora che ho la sua attenzione ci tengo a precisare una cosa: mi chiami un'altra volta piccola lurida schiava e giuro che la sua bella azienda che vive in questa cittadina così...ortodossa, chiuderà i battenti in poco tempo. Ora..." s'era accomodata accavallando le gambe e aveva sorriso. "parliamo di affari."

***

16 Febbraio 2517, Horyzon

    Avevo scritto qualcosa su un foglietto e l'avevo dato a John senza dire niente mentre mi ero spostata a versarmi il the in una tazza come se non fosse successo niente.

"E' il numero di un mio collega, credo che ti potrà aiutare."

   Era rimasto ancora più perplesso l'uomo che, probabilmente, si aspettava compassione e comprensione da me dimostrandosi debole, rivelandomi che aveva baciato e tentato di stuprare un'altra donna in un momento in cui non era lui. Illuso.

"Immagino che ti starai domandando che cosa stia pensando. Se ti credo o meno. Il fatto è che, John, se ciò che dici è vero, hai bisogno di uno specialista e non posso aiutarti conoscendoti sin troppo...intimamente. Se ciò che mi stai dicendo è una balla, ne hai doppiamente bisogno, perchè solo un folle potrebbe credere di avere qualche possibilità di farla franca con me. A te la scelta della versione."

Distaccata. Insensibile. Gelida. 

"Metti quella dannata testa in ordine."

   E, nonostante una parte sembrasse che volesse tifare perché dimostrasse veramente che voleva rimediare,  dall'altra il mio istinto di sopravvivenza aveva la meglio sul mio cuore.
Come una superficie di ghiaccio che ti può bruciare restando troppo a contatto sulla pelle nuda, così sono diventata dal momento esatto in cui ho barattato mio figlio per la mia libertà, in cui ho compreso quanto sia dannoso e pericoloso seguire false illusioni che non sono sostenute dai fatti.