lunedì 15 dicembre 2014

Le sabbie del tempo


Horyzon, 2516

    Sentir parlare quello sconosciuto ad alta voce in una biblioteca, per quanto fossimo soli, mi urtava e non poco.
L'ultima cosa che mi sarei aspettata era di ritrovarmi seduta poche ore dopo seduta al tavolo con lui.
Lo avevo analizzato sino in fondo, ascoltando con attenzione ogni singola sua affermazione.

"Mi piace vincere, non mi piace solo giocare..."

    Era stata la chiave di lettura per tutto il resto.
Aveva dischiuso i meandri della sua mente come una finestra al mattino, spalancata per bene per far cambiare aria nella stanza. Ma l'idee dell'uomo, Gordon Wong, erano ben chiare  e precise. Solo un grande desiderio muove i suoi passi ed è quello del potere.

    Il potere, come il denaro e qualsiasi altra cosa a cui si eccede, danno dipendenza, assuefano a tal punto che non sai più dove ti devi fermare. Osservavo l'uomo davanti a me e mi domandavo se non fosse il più grande pallone gonfiato che avessi mai incontrato o, semplicemente, il più grande stratega in cui potessi imbattermi.

"E' fidanzata?"

Il cambio repentino del discorso mi aveva preso in contropiede.


***

Aghata, 2510
"Io scapperei se fossi in te. Non ascoltare le sue parole gentili e lusinghiere. Ti masticherà, ti consumerà, per poi sputarti come una cicca priva di sapore."

    Conoscevo molto bene il giovane davanti a me: Adrian Alexander Smoke. 
Rampollo di una famiglia di origini importanti su Aghata, un egocentrico arrogante. 
Nel corso della mia vita me l'ero sempre ritrovato tra i piedi ed era diventato più urticante che un'ortica ai miei occhi.

"Ti ho mai nascosto di avere un interesse per te? Non mi pare... "

    Effettivamente sin da quando mi incontrò da schiava su Clackline, dimostrò uno strano interessamento nei miei confronti, qualcosa che non riuscivo a spiegare. 
Qualcosa che dovevo sapere.

"Hai intenzione di invitarmi a ballare o hai già trovato una nuova scaldaletto per stanotte?"

    I mormorii nella sala erano cresciuti appena avevamo iniziato a danzare e, solo in quell'istante avevo iniziato a realizzare.

"Ora ho capito. Non otterrai mai da me quello che vuoi, lo sai?"
"Pensi che voglia sposarti per il tuo status sociale? Oppure che voglia portarti a letto semplicemente? Mi sottovaluti ampiamente..."
"Dubito vivamente che sposeresti mai una ricca commerciante, no, credo che, se mai ti sposerai, punterai più in alto. Ma non credo che disprezzeresti entrare nel mio letto. L'unica ragione per cui non lo fai è che, per quello che ti servo, devi essere certo di sapermi controllare e, se ti unissi a me, sai già chi comanderebbe tra i due. Ti servo perchè vedo le persone come le vedi tu, colgo le opportunità, so aspettare e so dove sia il vero potere. Qualità rare e difficili da trovare. Il potere...vale più di qualsiasi lingotto d'oro, quelli si prendono per chi è capace di rigirare le persone come me...come te."

    L'avevo guardato mentre era rimasto in silenzio tutto il tempo. Avevo capito il suo gioco e, anche solo per ripicca, non avrei mai acconsentito in alcun modo ad aiutarlo.

"Ma dimentichi che io ti odio."
"Lo so."

    Non aveva risposto oltre cercando, invece, di imporsi nel ballo, cosa che avrei potuto anche concederli. Avevamo appena sostenuto un testa a testa molto più importante e aveva perso. Aveva perso alla grande.

Non potevo sbagliarmi più di così.

    Aveva utilizzato la mia distrazione mentre gongolavo, fiera di me stessa, per scoccare la sua contromossa: 

mi aveva baciato.

E, come due fiere che anche in quel momento cercano di divorarsi voraci l'un l'altro, così eravamo io e lui: due persone incapaci di cedere, che si graffiano e feriscono per lasciare un segno reciproco nell'altro. Un segno di appartenenza e di possessione.

"Ricorda: l'odio è un sentimento troppo forte per qualcuno per cui non ne vale la pena."

***

"No. [...] Ma perchè me lo chiede?"
"Sono seduto a un tavolo da poker con una persona che sa leggere le persone. [...] Me lo dica lei."

    E nel sorriso e nella straffottenza di quell'uomo rivedevo gli occhi scuri di un fantasma cancellato dalle sabbie del tempo.