venerdì 6 marzo 2015

Death


Horyzon, 6 Marzo 2517

    Continuavo a guardare la pioggia cadere oltre la finestra del mio appartamento mentre tentavo di tamponare la ferita che mi ero fatta distruggendo non so quante cose abbia trovato nel mio cammino.
Alle mie spalle l'open space era un campo di battaglia.



pochi minuti prima


    Aveva squillato l'holotelefono e avevo aperto la chiamata riconoscendo facilmente il viso dell'uomo che avevo di fronte.

"Signor Hunter, è da parecchio che non ci sentiamo."
"Buonasera signorina Tyler, effettivamente... ma avrei delle informazioni da darle."
"Informazioni?"
"Si, si ricorda che mi aveva messo a pedinare un po' di tempo fa il signor Smoke? Ma dopo il bombardamento su Hera avevo perso totalmente le sue tracce?"
"Beh... mi sembra ovvia la ragione. E' morto."
"E' quello che abbiamo sempre creduto entrambi ma vede..."
"La smetta..." strinsi i pugni sussurrando così a bassa voce che nemmeno mi aveva sentito.
"...credo di averlo incrociato un paio di giorni fa mentre stavo pedinando un'altra persona."
"Ho detto di smetterla..." appena più udibile ma non per l'investigatore che sembra essere preso in ciò che sta dicendo.
"Ecco gli ho anche sca.."
"Adesso basta!!"

   Gli occhi verdi e furiosi erano rimasti attaccati all' holomonitor mentre cercavo di contenere qualsiasi tipo di emozione.

"Adrian Smoke è morto."

L'uomo, dalla barba sfatta, era rimasto qualche istante a osservarmi e aveva annuito. 

"Probabilmente potrei essermi sbagliato. Le invio per sicurezza le foto che ho scattato e...mi scusi ancora per il disturbo."

    Erano arrivate subito dopo tre semplici immagini di un uomo ancora nella maturità dei suoi anni in compagnia di un' espanica dalle forme generose.
Il dolore di una vecchia cicatrice che si riapriva era diventato lancinante mentre si riempiva di veleno. Bile, verde come i miei occhi, si tramutava in una furia che si scatenava contro qualsiasi oggetto in grado di distruggersi come le mie ossa che le sentivo sgretolarsi sotto il peso della bruciante verità. 

Era lui, ma non poteva essere lui.


*Adrian Smoke è morto.*


***


Aghata, 15 Luglio 2511

"Sophia? Sophia posso entrare?"

    La voce dell'uomo è bassa, rassicurante, è lì davanti a quella porta chiusa da un pezzo ma si sta rassegnando. 

"Non puoi non mangiare nemmeno oggi. Ti ammalerai."

     Seduta sul bordo della finestra che da sul deserto alle spalle di Mashdad, resta a fissare il Sole morire dietro le dune di sabbia. China lo sguardo sulla stoffa che stringe tra le mani, un pezzo di seta gialla strappato da qualcos'altro.

"Lasciami da sola."

*Adrian Smoke è morto*